Come ricordare i libri che leggiamo

Come ricordare i libri che leggiamo

Può capitare, anzi capita spesso, che anche i migliori lettori, abbiano difficoltà a ricordare frasi o tratti dei libri letti. Allora come ricordare i libri che leggiamo?

A dare dei consigli è il magnate dell’informatica Bill Gates, che nel corso delle sue conferenze dimostra come sia possibile ricordare le citazioni e le parti più importanti di un testo.

Non si tratta di imparare a memoria ciò che leggiamo, ma di migliorare la memoria e ricordare le storie principali all’interno di un racconto. Nessun segreto, ma solo piccoli consigli su come ricordare i libri che leggiamo.

I consigli di Bill Gates su come ricordare i libri che leggiamo

Forse tutti non sanno che Bill Gates è un appassionato di letteratura, anche se il termine appassionato è davvero riduttivo. Infatti, durante le sue conferenze, il magnate informatico cita tantissimi passaggi letterari.

Il suo “segreto”? La Biblioteca Mentale!

La Biblioteca Mentale è un tecnica molto precisa (e utilizzata nei secoli da diversi personaggi di spicco), che consiste nel creare, nella propria mente, un luogo in cui vengono immagazzinate e catalogate le informazioni.

La Biblioteca Mentale può essere una stanza a voi familiare in cui disporre le informazioni: questa stanza sarà costituita dai vari mobili che la compongono. In ogni mobile o cassetto, potete “conservare” un’informazione, in modo da “trovarla” ogni volta che vi occorre.

Leggere più libri in contemporanea

Un altro consiglio è quello di leggere più testi in contemporanea, il motivo? Più storie si leggono, maggiori sono gli impulsi che mandiamo al nostro cervello che si tiene in continuo allenamento. Non vi preoccupate di rischiare di confondervi, perché una volta allenati, questo rischio si riduce al minimo.

Non finire i capitoli

Ultimo consiglio per ricordare i libri che leggiamo è quello di non terminare i capitoli.

In che senso?

Sarebbe preferibile non chiudere il libro alla chiusura di un capitolo. Il motivo è molto semplice: lasciare la storia in sospeso è uno stimolo a fantasticare su come potrebbe andare a finire e aumentare la voglia di riprendere il racconto in un altro momento. In questo modo le informazioni sono destinate a rimanere impresse più a lungo nella memoria del lettore.

 

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